WYCON si rifà il look e stupisce
Dopo la famosa ”querelle” giudiziaria con il Gruppo Percassi per questioni di stile dei punti vendita troppo simili al brand KIKO, quello che per altri avrebbe potuto segnare una battuta di arresto si è invece tramutato in sprone per il brand napoletano.
Raggiunta (e superata) la soglia dei 200 punti vendita ed archiviato il 2016 con un fatturato di 60 milioni di euro, in crescita dell’88%, WYCON affronta con maggiore consapevolezza il Mercato estero. Ormai sono già 3 i punti di vendita aperti a Belgrado (Serbia) dopo la firma con uno dei più importanti Master Franchisee locali ma la crescita della catena si estende anche verso altri lidi, soprattutto nei Paesi dell’Est Europa (Russia, Serbia, Ucraina, Lettonia) e Medio Oriente (Libano, Iran e Kuwait), grazie a importanti accordi commerciali collettivi.
Questo e non solo hanno garantito alla Spa campana del Make Up di segnare un incremento ulteriore del 47% nel secondo trimestre 2017 .
<< Sono dati significativi che confermano la crescita del marchio, giustificata dalla qualità del prodotto, ma anche dall’incessante creatività del nostro team che ogni anno propone ben 24 collezioni» commenta Raffaella Pagano, general product manager e AD >>
Il brand si conferma nelle top 10 delle classifiche dei più influenti social network: Facebook e Instagram sono seguiti rispettivamente da 327mila e 191mila utenti. Successo dovuto non solo a una presenza sempre più strategicamente capillare sui territori, ma anche alle campagne e concept studiati ad hoc per ogni collezione, dai progetti charity alle storie di personaggi femminili d’ispirazione, come la recente campagna make-up con la drag queen brasiliana Bom Jean.
Il retail come lavoro, oggi, nato da una passione che arriva da lontano. Una drogheria della vecchia Milano, dagli alti scaffali in legno ed una coppia di anziani gestori che di ogni cliente conoscevano il nome, il cognome e da quanti giorni non li visitavano.
Un bambino che passava ore come ospite tra i profumi di cioccolato in blocchi immersi in imponenti barattoli di vetro e le confezioni in esposizione di talco Roberts.
Una campanella in ottone ed un avviso sonoro ad ogni ingresso che ricordavano di una opportunità da cogliere ed una pedana retrobanco in legno da calpestare.
In fondo nulla si estingue, cambiano solo i materiali …
Oggi mi occupo di consulenza e sviluppo format per diversi operatori retail (con una specializzazione sul Food Retail) e Real Estate Commerciale. Rivolgo i miei servizi ad aziende e manager che vogliano sviluppare la propria rete in Italia e sui mercati esteri, con la puntigliosità da chi ha maturato una esperienza importante in ambito industriale: dove la programmazione è il fulcro su cui basare la crescita di un progetto e l’attenzione ai dettagli non è un accessorio da banco.
Da ormai diversi promuovo l’ibridazione tra fisico e digitale, sia in ambito progettuale ed architettonico che nella proposta di avvicinamento ed interazione con gli utenti ed appassionati dei brand.
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