APPLE STORE addio, è il momento dei TOWN SQUARE
I negozi esclusivi della Grande Mela (no non New York ma la ”company” di Cupertino) lasceranno i luoghi dello shopping tradizionale per trasformarsi in piazze e luoghi di aggregazione multidisciplinari dove incontrarsi indossando iWatch, telefonando con un iPhone e mandando email da un MacBook. Per tutto il resto, per il momento, è ancora indispensabile la componente umana.
Insomma, un aggregatore, un vero e proprio HUB cittadino o di quartiere dove, circondati dal design minimalistico tradizionale dell’azienda che fu di Steve Jobs, la comunità si incontrerà non solo per effettuare acquisti ed ascoltare musica ma anche per socializzare e lavorare in quello che promette di essere una vera e propria rivoluzione culturale e della shopping experience.
Angela Ahrendts, Senior Vice President of Retail di Apple ha annunciato il rebranding dei principali punti di vendita della Mela in giro per il mondo, con la conversione degli stessi in TOWN SQUARES del quale sembra far parte la prossima apertura di piazza Liberty, nel pieno cuore di Milano.
Si passa dalle chiese, come luogo di aggregazione intorno al quale si sviluppavano le comunità urbane, ai negozi di elettronica di consumo elitaria. Un po’ viene da pensare.
Il retail come lavoro, oggi, nato da una passione che arriva da lontano. Una drogheria della vecchia Milano, dagli alti scaffali in legno ed una coppia di anziani gestori che di ogni cliente conoscevano il nome, il cognome e da quanti giorni non li visitavano.
Un bambino che passava ore come ospite tra i profumi di cioccolato in blocchi immersi in imponenti barattoli di vetro e le confezioni in esposizione di talco Roberts.
Una campanella in ottone ed un avviso sonoro ad ogni ingresso che ricordavano di una opportunità da cogliere ed una pedana retrobanco in legno da calpestare.
In fondo nulla si estingue, cambiano solo i materiali …
Oggi mi occupo di consulenza e sviluppo format per diversi operatori retail (con una specializzazione sul Food Retail) e Real Estate Commerciale. Rivolgo i miei servizi ad aziende e manager che vogliano sviluppare la propria rete in Italia e sui mercati esteri, con la puntigliosità da chi ha maturato una esperienza importante in ambito industriale: dove la programmazione è il fulcro su cui basare la crescita di un progetto e l’attenzione ai dettagli non è un accessorio da banco.
Da ormai diversi promuovo l’ibridazione tra fisico e digitale, sia in ambito progettuale ed architettonico che nella proposta di avvicinamento ed interazione con gli utenti ed appassionati dei brand.