Fare ristorazione, disse qualcuno, ”… è un lavoro da grandi !”.
Oggi diventa anche una serie meritoria di essere inserita nel palinsesto del più grande broadcaster digitale al mondo, NETFLIX.
Mentre in Italia si inizia ad analizzare quali saranno le tendenze della ristorazione commerciale al termine della bolla che sta vendendo il suo apice in questo periodo, alcune soluzioni possono arrivare dal confronto con tradizioni culinarie e di somministrazione di altri Paesi.
La costante mutazione delle abitudini alimentari e del vivere quotidiano della popolazione, richiede una medesima dinamica nei processi di servizio e di approccio al consumatore; stimoli progettuali che senza ombra di dubbio possono arrivare dalla osservazione e dalla contaminazione di comunità apparentemente lontane da noi.
Stimoli che possono attivarsi anche grazie ai registi di Chef’s Table, alle prese con gli ultimi ”ciak” di una nuova serie di Netflix chiamata Street Food che accenderà i riflettori su chef in tutto il mondo che lavorano in ristoranti casual, tra cui spiccherà lo street food e la vendita ambulante.
Street Food porterà gli spettatori in nove paesi asiatici durante la sua prima stagione, e ogni episodio metterà in luce “le storie di perseveranza e cultura che danno vita alla cucina di ogni paese.”
David Gelb, creatore di Chef’s Table, è uno dei produttori esecutivi di Street Food , insieme ai suoi collaboratori Brian McGinn, Andrew Fried e Dane Lillegard.
Anche se Netflix non ha reso noto al momento della pubblicaizone di questo post l’elenco dei protagonisti della nuova serie, una delle prime foto pubbliche di Street Food è quella di Jay Fai, che è stato il primo chef del ristorante di strada a Bangkok a ricevere una stella Michelin .
Molti degli episodi di spicco si concentreranno su persone di talento che conducono attività accessibili, come Cristina Martinez di South Philly Barbacoa e Corrado Assenza di Caffè Sicilia .
Tutti e nove gli episodi di Street Food arriveranno su Netflix il 26 aprile.
Il retail come lavoro, oggi, nato da una passione che arriva da lontano. Una drogheria della vecchia Milano, dagli alti scaffali in legno ed una coppia di anziani gestori che di ogni cliente conoscevano il nome, il cognome e da quanti giorni non li visitavano.
Un bambino che passava ore come ospite tra i profumi di cioccolato in blocchi immersi in imponenti barattoli di vetro e le confezioni in esposizione di talco Roberts.
Una campanella in ottone ed un avviso sonoro ad ogni ingresso che ricordavano di una opportunità da cogliere ed una pedana retrobanco in legno da calpestare.
In fondo nulla si estingue, cambiano solo i materiali …
Oggi mi occupo di consulenza e sviluppo format per diversi operatori retail (con una specializzazione sul Food Retail) e Real Estate Commerciale. Rivolgo i miei servizi ad aziende e manager che vogliano sviluppare la propria rete in Italia e sui mercati esteri, con la puntigliosità da chi ha maturato una esperienza importante in ambito industriale: dove la programmazione è il fulcro su cui basare la crescita di un progetto e l’attenzione ai dettagli non è un accessorio da banco.
Da ormai diversi promuovo l’ibridazione tra fisico e digitale, sia in ambito progettuale ed architettonico che nella proposta di avvicinamento ed interazione con gli utenti ed appassionati dei brand.