E’ sorprendente l’attività di JYSK, il retailer Scandinavo nato nel 1979 ad Aarhus, in Danimarca e che oggi conta 2,838 negozi in 52 paesi del mondo.
Sono 27 le nazioni gestite direttamente dalla LARSEN GROUP, facente capo alla famiglia del fondatore, e 25 quelle affidate a operatori in Franchising.
Giovedì 29 agosto è una data che rimarrà memorabile nella storia dell’azienda. JYSK ha stabilito un nuovo record per il numero di aperture di negozi in una singola giornata: 11 punti di vendita fisici distribuiti su 8 nazioni diverse:
- Ucraina: VictoryPlaza, Krivyi Rih e Auchan, Leopoli
- Romania: Zarnesti
- Repubblica Ceca: Rakovník
- Grecia: Kozani e Alimos, Atene
- Bulgaria: Gabrovo
- Norvegia: Finnsnes
- Polonia: Chorzów e Danzica
- Svezia: Flen
In totale, JYSK aprirà 19 negozi durante un’unica settimana.
Questo è l’avvio della svolta nello sviluppo che la catena danese di negozi di arredamento per la casa ha annunciato alla convention di Maggio, per le celebrazione dei 40 anni dalla nascita, con l’obiettivo di raddoppiare i punti di vendita attuali e raggiungere i 5.000 a livello mondiale entro il 2025, considerando ormai l’Europa troppo piccola per le proprie ambizioni.
Nel Regno Unito, ad esempio, la catena vorrebbe aprire una quarantina di negozi, il che significa che avrebbe 52 negozi entro cinque anni.
Altri tre negozi apriranno quest’anno, sei o sette sono previsti per il 2020. In Irlanda, il gruppo ha aperto il suo primo negozio all’inizio di aprile – con l’intenzione di avere venti negozi entro due o tre anni.
La catena si attiene ai suoi principi: niente megastore, ma negozi di decorazione per la casa di medie dimensioni nei parchi di periferia, in antitesi con la visione comune di JYSK come di un ‘’competitor’’ di IKEA.
E’ piuttosto il retailer svedese con le recenti politiche di sviluppo, ad avvicinarsi al segmento di mercato occupato da JYSK, trascinato dal mutamento delle vendite effettuate nei negozi fisici ed al ridimensionamento delle performance delle medie superfici.
Jan Bøgh, CEO-presidente di Jysk Nordic, ha recentemente scritto ai suoi dipendenti a metà: Aprile: “Forse compiere 40 anni significa anche che non siamo più una società giovane, ma non significa che ci siamo sistemati. Al contrario, JYSK è ancora una società con un appetito di espansione e desiderosa di farsi conoscere in tutto il mondo.“
L’Europa sta iniziando a diventare troppo piccola, continua Bøgh: “Le ultime aperture in Irlanda hanno sancito che ora abbiamo negozi in tutta Europa. Non quanti negozi dovremmo avere, ma negozi sufficienti per rendere necessario guardare ancora più mappa del mondo per decidere dove espandersi dopo che Lars Larsen ha affermato che Jysk dovrebbe avere almeno 5.000 negozi e non credo che ci sarà spazio per tanti negozi in Europa, pertanto l’espansione fuori dall’Europa è stata uno dei temi importanti quando creerà una nuova strategia per Jysk per i prossimi tre anni “.
Che aspetto avrà questa strategia e quali paesi avranno la priorità non è ancora noto, ma è ormai chiaro che il gruppo opererà sotto un unico banner in Europa da ora in poi. Verso la fine di marzo, il gruppo Lars Larsen ha deciso di fondere Jysk Nordic (che all’epoca conteneva 1287 punti vendita in venti paesi) con la catena gemella Dänisches Bettenlager (1283 negozi in sette paesi).
“Abbiamo concluso che una grande entità sarà più competitiva in un mercato che è generalmente caratterizzato da un minor numero di concorrenti ma più grandi”, spiega Larsen. La nuova entità sarà gestita da Bøgh, che aggiunge: “Con il doppio del numero di negozi e molti più colleghi per contribuire al successo di JYSK, sono sicuro che la fusione di JYSK Nordic e Dänisches Bettenlager sia una buona decisione.. “
Il retail come lavoro, oggi, nato da una passione che arriva da lontano. Una drogheria della vecchia Milano, dagli alti scaffali in legno ed una coppia di anziani gestori che di ogni cliente conoscevano il nome, il cognome e da quanti giorni non li visitavano.
Un bambino che passava ore come ospite tra i profumi di cioccolato in blocchi immersi in imponenti barattoli di vetro e le confezioni in esposizione di talco Roberts.
Una campanella in ottone ed un avviso sonoro ad ogni ingresso che ricordavano di una opportunità da cogliere ed una pedana retrobanco in legno da calpestare.
In fondo nulla si estingue, cambiano solo i materiali …
Oggi mi occupo di consulenza e sviluppo format per diversi operatori retail (con una specializzazione sul Food Retail) e Real Estate Commerciale. Rivolgo i miei servizi ad aziende e manager che vogliano sviluppare la propria rete in Italia e sui mercati esteri, con la puntigliosità da chi ha maturato una esperienza importante in ambito industriale: dove la programmazione è il fulcro su cui basare la crescita di un progetto e l’attenzione ai dettagli non è un accessorio da banco.
Da ormai diversi promuovo l’ibridazione tra fisico e digitale, sia in ambito progettuale ed architettonico che nella proposta di avvicinamento ed interazione con gli utenti ed appassionati dei brand.