Sono sempre stato restio a parlare in pubblico; preferisco interazioni ”OneToOne”, ove mi sento libero di esprimermi anche nelle sfaccettature meno formali ma più sostanziali, a volte con una gergalità pragmatica, espressiva e poco tecnica, usata come rafforzativo delle mie convinzioni.
Devo però ammettere che era un ossimoro nei termini il mio voler ” Resistere, resistere resistere..” ed allo stesso tempo parlare ai miei clienti e partner di #innovazione.
Oggi innovazione è anche utilizzare propriamente le risorse disponibili sul mercato, e modularle per un utilizzo proprio.
La comunicazione, accelerata dagli strumenti digitali, è il conduttore primario per la trasmissione di idee e concetti che in un altra epoca avrebbero trovato dispersione più che propagazione in filiere arcaiche e disconnesse.
Mi è stato chiesto di parlare all’interno del progetto Trentino Delivery Lab, promosso da Trentino Marketing, in collaborazione anche con Confcommercio Trentino e TeamWork Hospitality:
Focus Ristorazione, Come organizzare un servizio di Delivery.
Pensare locale, è uno dei suggerimenti che ho cercato di trasmettere, perché è dal basso che nascono le idee migliori.
Confesso di essere stato in difficoltà nella impostazione di un intervento che si ponesse come risolutivo delle aspettative di imprenditori, quando il riferimento sono delle normative Governative assolutamente assenti al momento attuale ed imprevedibili nel medio periodo.
Un principio va affermato e ribadito con forza: il #foodelivery è una opportunità per il mondo del #foodservice ma non solo limitato ad esso, la cui adozione non deve essere legata alle problematiche generate dal #COVID19, bensì inserita in un contesto più ampio di implementazione dei modelli di business. Anche e forse soprattutto di realtà a forte connotazione locale, che più di ogni altre possono sfruttare i vantaggi che la consegna porta a porta è in grado di offrire come esperienza aggiuntiva alla customer journey nei punti di vendita o di servizio fisici.
In questa situazione di profondi limiti per gli operatori commerciali e connessi disagi per il consumatore è evidente che si aprono delle opportunità per chi ha senso imprenditoriale e reattività tra le sue qualità.
Sono un assoluto sostenitore dei localismi, in quanto detentori della memoria storica e delle tradizioni di un popolo e della tutela della imprenditoria locale, micro impresa o pmi , oltrechè esserne de facto il partner consulenziale e di sviluppo.
I sistemi digitali integrati DigitalApp/webApp/Website/social sono in grado di donare nuova linfa vitale ai piccoli negozi di quartiere o realtà a forte connotazione locale e sono prevalentemente accessibili anche da chi non dispone di budget specifici o da nessun budget. Resta inteso che solo l’utilizzo sapiente e formato di queste risorse sarà in grado di generare riscontri positivi e snellire i processi gestionali all’interno di realtà semplici, che tutto hanno bisogno fuorché di distogliere parte delle proprie risorse in attività ”time consuming”.
Uno dei passaggi più innovativi per il l’esercente (in questa definizione includo anche il mondo alberghiero e chi promuove l’ospitalità) sarà l’inserimento all’interno del proprio organico commerciale di una figura specifica dedicata unicamente alla gestione delle operation digitali, un vero e proprio ”commesso” , ”cameriere”, ”store manager” per le vendite online o per la loro promozione. Una definizione possibile è quella di Delivery Manager.
Solo con l’implementazione di un operatore formato (anche esterno all’azienda, nelle diverse modalità contrattuali) l’imprenditore può declinare con convinzione l’upgrade della propria attività in un modello di business attuale e maggiormente sostenibile, rispetto alla versione tradizionale e tradizionalista, buona per le cartoline d’annata da mettere nella collezione dei souvenir di viaggio.
Compito di questa figura, sarà anche quello di attualizzare le architetture commerciali dell’operatore facendo da punto focale per il coordinamento e l’adozione delle risorse tecnologiche oggi, ripeto, facilmente accessibili ma la cui integrazione oggi appare più difficile della scelta della soluzione stessa.
Il retail come lavoro, oggi, nato da una passione che arriva da lontano. Una drogheria della vecchia Milano, dagli alti scaffali in legno ed una coppia di anziani gestori che di ogni cliente conoscevano il nome, il cognome e da quanti giorni non li visitavano.
Un bambino che passava ore come ospite tra i profumi di cioccolato in blocchi immersi in imponenti barattoli di vetro e le confezioni in esposizione di talco Roberts.
Una campanella in ottone ed un avviso sonoro ad ogni ingresso che ricordavano di una opportunità da cogliere ed una pedana retrobanco in legno da calpestare.
In fondo nulla si estingue, cambiano solo i materiali …
Oggi mi occupo di consulenza e sviluppo format per diversi operatori retail (con una specializzazione sul Food Retail) e Real Estate Commerciale. Rivolgo i miei servizi ad aziende e manager che vogliano sviluppare la propria rete in Italia e sui mercati esteri, con la puntigliosità da chi ha maturato una esperienza importante in ambito industriale: dove la programmazione è il fulcro su cui basare la crescita di un progetto e l’attenzione ai dettagli non è un accessorio da banco.
Da ormai diversi promuovo l’ibridazione tra fisico e digitale, sia in ambito progettuale ed architettonico che nella proposta di avvicinamento ed interazione con gli utenti ed appassionati dei brand.